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mercoledì 3 giugno 2015

domenica 17 maggio 2015

L'albergatore



Io: posso scattarle una foto?
Lui: a chi, a me?
Io: si, a lei
Lui: ma sono messo un po' male
Io: non importa
Lui: ma è una specie di fotoreportage?
Io: no, mi piace fotografare le persone che incontro
Lui: come mi metto?

lunedì 2 giugno 2014

Rotatorie, metafore della vita

 
 
Le periferie delle città non hanno identità, tutte uguali, tutte anonime.
Piccoli spazi di erbe ingiallite fanno da contorno ad asfalti ruvidi e grigi, piatti, lunghi, tristi.
 
 
Un giorno sono arrivate le rotatorie che hanno cambiato il senso della direzione.
Ogni mattina esco di casa e mi trovo a dover entrare nelle rotatorie e ad incontrare pensieri umani che si intersecano all’infinito.
 
 
Ognuno vi entra secondo il proprio modo di essere e di pensare, secondo un proprio filo conduttore. Siamo sicuri di sapere cosa fare, come, quando.
 
 
Pensiamo di prendere decisioni importanti, ma, una volta dentro alle situazioni, si allontana il senso, si presenta il dubbio e, come nelle rotatorie, iniziamo a girare senza meta.
 
 
Sembra una giostra, giriamo, giriamo come in una danza, ma senza musica, senza spartito, senza un fine apparente.
 
 
Tutto intorno, sempre solo intorno, piano, veloce, nella stessa direzione.
Poi, d’improvviso, ne usciamo.

domenica 16 febbraio 2014

Abbandono

 
 
Terra violata, terra distrutta, terra abbandonata.
Terra che urla, piange, si dispera.
 
 
 
Qui la luce non è più luce, i raggi del sole faticano ad illuminare questi luoghi, l'erba ingiallita cresce a fatica, il silenzio qui non esiste. E' difficile rilassarsi, sembra di essere catapultati in una terra di confine dove l'identità è lontana, troppo lontana.
 
 
 
Non mi riconosco in questi spazi dove non succede mai nulla e mi sento a disagio. Il tempo sembra non scorrere mai e il cielo è severo e minaccioso, mentre la bellezza e l'amore sono sicuramente fuggite appena ne hanno avuto la possibilità. Percorro quotidianamente questa strada ed ogni volta osservo se qualcosa è cambiato ma vedo solo fantasmi incatenati che lanciano urla di dolore.
 
 
 

domenica 26 gennaio 2014

Alluvione 2014

Prima di oggi non mi ero ancora recato nelle zone alluvionate, troppo dolore, distruzione, disperazione. Ho seguito l'evolversi della situazione ora dopo ora attraverso video, foto, giornali, testimonianze web, e mi ripetevo che, all'indomani, sarei andato a vedere, a scattare foto, a rendermi conto di persona di cosa stesse succedendo ma qualcosa  me lo impediva.



Forse i ricordi ancora vivi di quando ero bambino e le auto con altoparlanti avvertivano di andare ai piani alti delle case per paura che il Panaro straripasse. Quello che ho fotografato oggi è esattamente quello che mi aspettavo di vedere, nessuna sorpresa, solo acqua e silenzio. Ho cercato di capire il perché ma non ci sono riuscito, non ci riesco mai in questi casi, tutto sembra così assurdo al punto da lasciarmi senza parole, senza pensieri. Ho solo scattato quello che vedevo, non ho pensato, non ho respirato, ho solo scattato.


domenica 8 dicembre 2013

Dispensatore di sorrisi


La foto non è mia ma non importa, è il soggetto che mi interessa: la luna. L'associamo sempre a qualcosa di inarrivabile, di impossibile, la citiamo in proverbi o modi di dire che sottintendono progetti difficilmente realizzabili. Regalare sorrisi mi sembra naturale, dovrebbe essere naturale, ma non sempre è così. Oggi ho regalato un sorriso ad una donna incontrata per caso mentre passeggiavo, un sorriso innocente, con un po' d'amore dentro. Lei mi è apparsa imbarazzata ed incapace di contraccambiare: mi è dispiaciuto molto. La foto non è mia ma non importa, quello che conta è che anche oggi ho provato a regalare un sorriso e sono sicuro di esserci riuscito.

domenica 1 dicembre 2013

Profumo di Cannella

Il telefono squilla, è Stefania che mi chiede se posso documentare una sua giornata lavorativa. Rispondo di si, senza riflettere. Stefania è un'amica, proprietaria di Profumo di Cannella, giovane e dinamico salone di parrucchieri a Castelnuovo Rangone.

 
 
Inizio a pensare e capisco che da solo sarà dura, allora chiedo a Gioele se può aiutarmi e lui senza riflettere risponde di si. Arriva il giorno, raggiungiamo il salone dove sono già tutti al lavoro e mi accorgo che il ritmo è altissimo: lavaggi, tagli, trucchi, ognuno è concentrato sul proprio lavoro.

 
 
Iniziamo a scattare ed avverto immediatamente che siamo tutti un po' tesi ed emozionati tranne Gianni che, grazie anche alla sua decennale esperienza, sembra muoversi con sicurezza e decisione. Scattiamo prima in interno poi in esterno, poi ancora in interno mentre le ragazze sono pronte una dopo l'altra e Simone passa dal lavaggio al taglio sempre con il sorriso, sempre pronto a scherzare.



Stefania è un po' tirata, lavora senza sosta mentre Barbara è bravissima al trucco, sembra che dipinga una fiaba. Gioele continua a scattare senza chiedermi consigli, vuole riuscire da solo. Giusto così. Siamo alla fine della giornata, salutiamo tutti e ci fiondiamo a casa a scaricare le foto sul pc, le guardiamo una dopo l'altra, correggiamo luci, ombre, contrasto e nel giro di una settimana il servizio è pronto. Siamo stanchi ma felici.



Chiamo Stefania e le comunico che le foto sono pronte e lei ci invita a casa sua a guardarle e a mangiare la pizza che, vi giuro, è la più buona al mondo e dopo averne saccheggiato una quantità industriale scorriamo le immagini sul pc. Lei è soddisfatta, molto soddisfatta, Giada è contenta di come l'abbiamo ritratta, Gianni è molto interessato allo stile fotografico di Gioele. Io sono molto felice perché quando scatto mi sento vivo.